il Progetto Movimento Destra Nazionale

PREMESSA

E’ un movimento politico che si pone all’estrema destra dello scacchiere politico, occupando il posto che fu del Movimento Sociale Italiano, di cui raccoglie l’eredità.
Il suo programma si sviluppa attorno a 3 capisaldi: Dio, Patria e Famiglia, già presenti nella prospettiva del disciolto Partito Nazionale Fascista, ovviamente adeguati ai tempi che attraversiamo ed  adattabili a quelli futuri.
Dell’ideologia fascista salviamo ciò che l’ha resa popolare, cercando di emendare le storture e le esagerazioni operate dagli uomini, i quali a volte l’hanno travisata e stravolta.
Probabilmente le tante anime belle della sinistra e tutti coloro che si muovono nel politically correct ci tacceranno di fascisti, ma, senza che questo possa offendere il nostro spirito, siamo pronti a confrontarci con chiunque sui nostri programmi.
E’ importante che la nostra posizione a destra sia definita e immutabile, a costo di essere estromessi da un ipotetico e di infausta memoria “arco costituzionale”.

PROGRAMMA

I capisaldi, da sviluppare, sono 3: DIO, PATRIA, FAMIGLIA.

DIO

La Religione di stato italiana è quella Cristiana e Cattolica.
I suoi simboli devono essere esposti negli uffici, nelle aule, negli studi, ecc., soprattutto se già vi trova posto l’effige del Presidente della Repubblica.
Sono ammesse altre religioni, purché siano rispettose delle leggi e delle norme dello stato italiano, non istighino alla violenza e all’odio, in particolare di matrice religiosa, e, se praticano proselitismo, lo facciano in maniera trasparente e senza coercizioni.
Avranno diritto ad avere luoghi di culto, nei limiti imposti dalla numerosità dei fedeli e dalla convivenza con i cittadini, senza arrecare disturbo alcuno.
Gli stessi limiti regoleranno la possibilità di avere insegnamenti religiosi diversi dalla religione cattolica durante il curriculum scolastico degli studenti.
Sul suolo italiano la professione delle altre fedi religiose dovrà obbligatoriamente avvenire in lingua italiana e con concetti facilmente comprensibili per tutti, senza ambiguità.
Al contrario, sono perseguite sul suolo italiano  sette cosiddette religiose, o anche di altra matrice, le quali operino basandosi sulla costrizione fisica o psicologica o sulla alienazione mentale degli aderenti, in genere a vantaggio dei loro “sacerdoti”.
I rapporti con il Vaticano seguiranno vie privilegiate, nell’assoluto rispetto della reciproca sovranità ed autonomia, rifacendosi ai principi stabiliti dal Concordato.

 

PATRIA

L’ITALIA è la PATRIA di tutti gli abitanti del suo suolo con regolare cittadinanza.
Essa va in ogni caso difesa e salvaguardata in tutte le circostanze, in particolare nei rapporti con gli stati esteri, anche se facenti parte dell’Unione Europea. Al suo interno, gli interessi dell’Unione non dovranno MAI coincidere solo con quelli di alcuni stati membri, a discapito degli altri, ma dovranno essere il frutto di scelte paritarie: tutti gli stati membri dell’Unione Europea hanno pari dignità e pari peso decisionale. Se non si accetta questo principio basilare, è meglio sciogliere l’Unione stessa.
Il nazionalismo è il motore per difendere gli interessi della Patria a qualsiasi livello. Esso ottimizza i rapporti fra gli stati membri dell’Unione, rendendoli più franchi e leali. Solo in questo modo la politica dell’Unione Europea può essere davvero unitaria e più forte nei confronti delle altre nazioni.
L’Italia possiede tradizioni, peculiarità ed eccellenze, che vanno difese e conservate, senza alcun margine di negoziazione.
Pur tendendo ad una politica estera comune, in politica interna l’Italia non può tollerare ingerenze e condizionamenti da parte di chicchessia.
La difesa dei confini, di terra e di mare e dello spazio aereo deve essere perpetrata con tutti i mezzi, anche con la forza qualora essi fossero minacciati.
Una nazione è tanto più rispettata e considerata, quanto più è temuta. Pertanto occorre dedicare risorse per il potenziamento di uomini e mezzi atti alla difesa del territorio. Non conquistare, ma neppure essere conquistati. Ad atti di forza si risponde con la forza, ai soprusi con le ritorsioni.
Il territorio italiano, oltre che difeso, va salvaguardato e preservato, con opere infrastrutturali,  aperture al progresso tecnologico, investimenti per lo sviluppo socioeconomico, nel rispetto della natura, dell’ambiente e dei valori tradizionali.
In tal senso occorre anche riscoprire modalità di trasporto più economiche e più rispettose dell’ ambiente e propugnare una produttività con minore impatto ambientale.
In un’ottica di stato federale, le Regioni dovranno conquistare l’autonomia economica ed amministrativa, con l’aiuto reciproco e di uno Stato forte, ma non vampiresco e neppure assistenzialista, per cercare di sfruttare al meglio le risorse a loro più congeniali.
Lo Stato deve avere un Governo Centrale, insediato nella Capitale –in un ordinamento presidenziale e federale-  snello e decisionista sulle questioni di interesse nazionale e per le sue competenze (difesa, affari esteri, ecc.).  Il Parlamento deve esser composto da 2 Camere: il Senato, forte di 300 senatori, vero e proprio organo legislativo, ed una Camera, che ospiterà rappresentanti delle Regioni, fino ad un massimo di 10 -fra maggioranza e opposizione-, per le regioni più grandi e popolose; rappresentanti sindacali e di categoria.
Il loro compito sarà quello di emendare o migliorare le leggi, in funzione delle Regioni o delle categorie dei lavoratori.
Il titolo di senatore a vita sarà esclusivamente onorario e senza il diritto di voto, gratificherà persone di eccezionale rilevanza culturale, sociale, politica, sportiva ed esponenti di qualsiasi categoria, che abbiano dato lustro all’Italia, non necessariamente gli ex Presidenti della Repubblica.
Le remunerazioni degli eletti saranno commisurate alla reale presenza degli stessi, e saranno pari a 500 Euro giornalieri, onnicomprensivi, senza altri bonus o privilegi.
La scorta è prevista unicamente per il Presidente della Repubblica, per il Presidente del Consiglio e per i Presidenti delle Camere.
Va da sé che gli amministratori regionali non potranno in nessun caso avere remunerazioni superiori ai rappresentanti del governo centrale.
Dopo la caduta del comunismo e la dissoluzione di quasi tutti i regimi comunisti, l’insidia più grande e reale è rappresentata dall’islam, religione che racchiude in sé i germi dell’odio, della conquista e della sopraffazione, che non ha mai avuto la volontà di integrarsi con altre realtà religiose e sociali e che più di ogni altra condiziona la politica degli stati che professano quel credo.
Pertanto, l’islam va guardato sempre con sospetto e diffidenza, mentre politicamente le nostre posizioni devono essere sempre a favore dell’occidente ed in particolare di Israele, ultimo vero e totale baluardo contro l’islam. Ciò anche in funzione critica delle poche leggi sbagliate del Fascismo e delle uniche leggi davvero vergognose e deplorevoli.
Nell’interesse comune dell’Italia e dei suoi cittadini, è imperativo regolare i flussi migratori, condizionandoli alle reali esigenze del Paese, in particolare per colmare possibili lacune nel campo del lavoro e delle professionalità. A questi migranti va garantito un permesso di soggiorno annuale e rinnovabile, dietro dimostrazione di un contratto di lavoro e della possibilità di ottenere una sistemazione dignitosa e stabile.
Il contratto di lavoro dovrà essere in regola ed equiparato al trattamento economico degli Italiani. Permessi di soggiorno temporanei potranno essere rilasciati anche per motivi di studio o di turismo.
Per i cittadini comunitari sarà garantita la libera circolazione, ma essi dovranno accettare di sottoporsi a controlli di polizia, soprattutto in considerazione del rischio terroristico, sempre presente, come dimostrato dalle continue scoperte di cellule terroristiche “dormienti”. Tutto ciò a causa di politiche di accoglienza miopi e scellerate poste in essere da vari governi italiani ed europei.
Tutti gli immigrati irregolari e clandestini debbono essere censiti ed espulsi dal nostro territorio. Ciò con l’ausilio di politiche di collaborazione con gli stati di origine, anche in cambio di aiuti per gli stati medesimi, sotto diverse forme.
Laddove tale collaborazione non fosse possibile, gli irregolari che rifiutassero di lasciare il nostro territorio verranno confinati in luoghi e strutture, dai quali non possano evadere. Coloro che, sfuggiti al censimento, venissero sorpresi sul suolo italiano, verranno imprigionati per immigrazione clandestina e violazione dei confini di stato.
Il fenomeno dell’immigrazione di migliaia di persone dall’Africa all’Europa sta assumendo proporzioni bibliche, ma non è legato soltanto alle misere condizioni di vita degli stati africani da cui nasce. E’ soprattutto fomentato e mantenuto in vita da organizzazioni criminali, che spregevolmente lucrano su quello che sta diventando un affare colossale. Chi siano i criminali (ed i loro capi) è noto, ma nessuno si prende la briga di intervenire per stroncare un abominevole traffico di essere umani, uomini, donne e bambini, i quali si indebitano per pagare i trafficanti, subiscono deportazioni, violenze ed abusi, che spesso culminano nella morte, ed affrontano viaggi verso l’ignoto, alla ricerca di un benessere che non troveranno, alimentando invece altri traffici e speculazioni presso i paesi di approdo.
I trafficanti di esseri umani, negrieri del XXI secolo, godono della connivenza dei governi dei loro paesi.
Le ONG, che offrono un servizio di traghettazione gratuita,  garantiscono l’impunità agli scafisti, i quali non devono più nemmeno prendersi la briga di attraversare il Mediterraneo su scafi fatiscenti, assumendosi anch’essi qualche rischio, ma soltanto portare i migranti all’incontro con le navi delle ONG, per alcune centinaia di metri.
Ma le ONG come sono finanziate?
Una volta giunti in Italia, i migranti cadono nella rete, altrettanto spregevole, dei centri di accoglienza, gestiti prevalentemente dalla sinistra, di coloro che li ospitano in condizioni incivili – il tutto in cambio di finanziamenti statali- e, quando evadono dai centri di accoglienza o vengono impiegati per attività lavorative, devono sottostare al caporalato, oppure diventano reclute della criminalità organizzata.
Ci sono cosche, che hanno abbandonato altri traffici (armi, droga, ecc.) per dedicarsi al traffico di esseri umani, meno rischioso ed altrettanto remunerativo.
Tutto ciò premesso, MDN propone l’introduzione del reato di traffico di esseri umani, per il quale dovrebbero essere processati i trafficanti africani, le ONG e chi ne lucra in Italia, e per complicità e favoreggiamento anche i governi italiani che hanno alimentato questo traffico, spacciando la loro azione criminale per umanitaria.
Va da sé che quanto detto riguarda i migranti e non i profughi, i quali sono in fuga da guerre e persecuzioni e che tornerebbero più che di buon grado nei loro paesi, una volta terminati i conflitti e cessato il rischio di persecuzioni..
Altrettanto grave è la situazione legata alla criminalità organizzata, vero e proprio  “antistato” che in alcune realtà italiane sostituisce lo stato medesimo, fornendo alla popolazione protezione e servizi, che lo stato vero non garantisce, e che comunque permea diffusamente la società, stravolgendone regole ed equilibri con metodi illeciti.
Orbene, la criminalità organizzata è un cancro da estirpare ad ogni costo e con tutti i mezzi, leciti ed illeciti, onde restituire allo stato ed alla popolazione la dignità ed il ruolo che loro competono.
Per tale motivo occorre conferire alle forze dell’ordine poteri e mezzi particolari e concedere l’adozione di metodi anche poco ortodossi per combattere quella che si profila come una vera e propria guerra alla criminalità.
Il messaggio deve necessariamente essere che lo stato è più forte della criminalità organizzata e che sa essere protettivo con chi sta dalla sua parte, ma anche spietato con chi gli si oppone.  E tutto questo deve avere il supporto della giustizia e della magistratura, che devono fare adeguatamente la loro parte.
Dato che il 40% dei reati viene compiuto da stranieri, i quali dovrebbero approssimativamente rappresentare il 10% della popolazione del nostro territorio, ed è addirittura provato che molti stranieri vengono in Italia per delinquere, approfittando della lentezza della giustizia e della mitezza delle pene –che il più delle volte non vengono scontate, in toto o in parte-  occorre una profonda riforma del sistema giudiziario e carcerario italiani.
Il sistema giudiziario non deve garantire a tutti i 3 gradi di giudizio, ma solo per i reati più discutibili e meno efferati. Per gli altri, il giudizio di 1° grado o al massimo quello di 2° grado non sono ulteriormente appellabili. Le pene vanno globalmente inasprite, devono essere maggiorate del 30% se a commettere il reato è un immigrato irregolare, non ci devono essere sconti di pena determinati solo dalla scelta del rito abbreviato.
Dal momento che in Italia non esiste la pena di morte e che troppo spesso l’ergastolo viene commisurato a 30 anni di carcere, i giudici non devono avere scrupolo nel comminare pene anche di centinaia di anni, così come avviene in altri paesi di indubbia civiltà. La pena va scontata per intero ed il giudice ha la piena responsabilità del suo operato, così come deciso da un referendum quasi plebiscitario, ma sciaguratamente disatteso, e così come capita per altre categorie di professionisti.
Il sistema carcerario va certamente migliorato, ma anche potenziato (attivando per esempio le diecine di strutture carcerarie costruite e mai rese operanti) nelle strutture e negli uomini addetti. Esso deve riavere in primo luogo il suo ruolo di “espiazione” per i reati commessi e solo in casi particolari, e per reati meno gravi, un ruolo di “riabilitazione” dell’autore del reato.
In altre parole, coloro che commettono o hanno intenzione di commettere crimini devono avere il terrore di essere incarcerati. Questo restituirebbe un po’ di fiducia e di dignità alle vittime dei reati ed ai loro familiari, troppo spesso vittime dei delitti e poi anche della cosiddetta giustizia.
L’Italia è la patria del diritto, ma è anche lo stato civile dove il diritto viene calpestato con maggiore frequenza.

 

FAMIGLIA

Premesso che per MDN “famiglia” è un nucleo il cui perno è l’unione –religiosa o civile- fra un uomo ed una donna.
Tutte le altre sono “convivenze”, che garantiscono gli stessi diritti, ma NON quello di allevare figli.
Infatti, un bambino ha il diritto di esperire nella sua famiglia la figura del padre e della madre, così come è nella fisiologia umana e solo da adulto potrà avere la facoltà di scegliere il tipo di vita, anche sessuale, che meglio faccia al caso suo.
Chiunque tenti di costringere un bambino a crescere in una unione omosessuale, gli nega questo diritto ed è perseguibile per il reato di violenza sui minori.
La famiglia è il microcosmo dove crescono e vengono educati i futuri cittadini italiani, quindi va protetta ed aiutata a svolgere il proprio compito educazionale.
Questo delicato compito è assunto, per quanto le compete, anche dalla scuola. Famiglia  e scuola dovrebbero collaborare alla crescita dei bambini e dei ragazzi italiani, nel rispetto assoluto dei rispettivi ruoli, senza ingerenze o sopraffazioni, ma stabilendo una sorta di alleanza, con l’unico scopo di allevare una gioventù forte nei principi etici e morali e culturalmente preparata ad affrontare la vita.
Le varie riforme scolastiche, insieme con l’emergere di cattivi educatori, figli del ’68, periodo deprecabile, che ha distrutto importanti valori, senza preoccuparsi di sostituirli con altri valori degni di questo nome.
Sia la famiglia, che la scuola debbono recuperare ruolo e dignità, ritornando alle origini e recuperando il terreno perduto nel confronto con le analoghe istituzioni europee. Se siamo in Europa, dobbiamo poterci misurare almeno alla pari.
Il fondamento della famiglia risiede nel lavoro e nell’onestà. Tutti i lavori sono parimenti dignitosi, purché svolti in modo onesto. Occorre fare in modo che i lavoratori italiani abbiano una vita decorosa e possano provvedere al mantenimento dei figli, assecondandoli nelle loro aspirazioni.
Quando ciò è impossibile, deve essere lo stato a farsi carico delle difficoltà delle famiglie.
Non è pensabile di creare occupazione semplicemente “liberando” posti di lavoro già occupati, attraverso artifici, che non aumentano la produttività, ma solo le spese. Occorre invece creare lavoro e conseguentemente aumentare l’occupazione.
Il modo più semplice di creare lavoro è affidare questo compito ad industriali, imprenditori, commercianti ed artigiani, i quali saprebbero molto bene come fare, se solo fossero sgravati da tasse e balzelli che frenano espansione e produttività
Quindi occorre detassare l’impresa, alleggerendo il carico fiscale, attualmente ai limiti del sopportabile, incominciando con il detassare i guadagni reinvestiti nell’azienda stessa.
Occorre altresì diminuire consistentemente gli ostacoli burocratici, che rallentano e scoraggiano coloro, i quali vorrebbero fare impresa o vorrebbero allargarsi, e soprattutto inducono gli investitori, anche stranieri, a guardare ad altri mercati, molto più favorevoli.
Bisognerà poi tendere ad alleggerire la pressione fiscale anche sul singolo cittadino, onde favorire l’aumento dei consumi, che contribuirebbe alla ripresa economica del Paese.

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